24txt - Don Aldo Mei

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XXIV Domenica «per annum»
(Mc 8, 27 - 35)
Siamo al centro del Vangelo di Marco. Qualche autore dice da qui comincia la Passione di Gesù, lo abbiamo sentito, una svolta decisiva nella vita del Maestro che ormai sa bene, dove sta camminando la sua vita. I capi del popolo congiurano contro di lui, hanno già deciso che deve essere soppresso, si tratta adesso di aspettare il momento propizio. Le folle continuano a seguire Gesù, ma più per un interesse privato, per ottenere miracoli, guarigioni, e non perché attratti da quello che Gesù è fa e dice. E anche gli apostoli come abbiamo sentito sono piuttosto sbalestrati, confusi, ecco il momento propizio perché inizi la seconda fase della vita di Gesù, in cui si dedicherà quasi esclusivamente alla educazione dei dodici, per portarli adagio adagio, fino alla comprensione del mistero della Pasqua. Mentre Gesù sta andando con i suoi verso Cesarea di Filippo, estremo limite della Palestina ai confini con il paganesimo proprio con il paganesimo, Cesarea era stata fatta Erode in nome di Cesare, e quindi una città pagana, ai confito ripeto con il paganesimo ufficiale, alle sorgenti del Giordano. Qui Gesù pone la domanda, chi sono io? E abbiamo sentito anche le risposte, Gesù le sa, sa benissimo quello che la gente dice di lui, che lo considerano un profeta, Elia, Giovanni Battista, o uno dei profeti, cioè uno del passato, che torna tra noi. I suoi contemporanei non sanno immaginare che invece Gesù è l'uomo del presente e del futuro, che è la novità, e si limita a questo; la domanda voleva andare alla seconda fase. Ma voi, "voi" a Gesù interessa la dipendenza dei discepoli, "chi dite che io sia", e la risposta precisa di Pietro, precisa ma non completa, perché Pietro da buon ebreo, come tutti i suoi contemporanei, pensa al Messia potente, un grande imperatore, un generale che vinca i romani, li cacci dalla Palestina, e reintroduca il regno di Israele. Ma Gesù non è questo. Gesù è l'attuazione del disegno di Dio già annunciato almeno da 6 secoli dal Profeta Isaia. Isaia ha composto quattro poemetti molto belli, il primo l'abbiamo ascoltato questa mattina, in cui descrive la storia d questo servo di Dio povero e umile, preso torturato tanto che dalla cima del capo fino ai piedi non c'è un punto che non sia colpito e ferito, Questo personaggio nel quale Gesù si identifica, il Figlio dell'uomo, che verrà preso, torturato, ucciso, ma dopo tre giorni risorgerà. Questo è il Messia nel Progetto di Dio. Che non vince con l'esercito, ma vince con l'amore, perché chiede al Figlio di entrare dentro la nostra storia e di prendersi la vita. Questa storia che è fatta principalmente di sofferenza, fino alla morte, e alla morte di croce. Poi c'è il trionfo, centro è è il trionfo della risurrezione, la vittoria di Gesù sulla morte, sul peccato, sull'odio, sul male totale dell'umanità è passato dalla croce. E questo discorso non è accettato, per cui si ribella. E Gesù è costretto a ripetere a lui quello che ha detto a satana nel deserto, perché è la stessa tentazione. Ricordate le tentazioni di Gesù: "Se sei Figlio di Dio tu fai questa pietra in pane; se sei Figlio di Dio, buttati giù dal pinnacolo che non ti succede niente, se sei Figlio di Dio allora prendi il potere, militare e politico" e Gesù lo caccia, vattene satana. Qui lo stesso, perché qui lui cerca di strappare Gesù dal progetto del Padre, ecco satana. La via facile della potenza, del potere e non la via difficile dell'amore, della sofferenza, della morte. A questo punto Gesù aggiunge, la cosa che riguarda tutti, perché questa affermazione del Signore è detta ai discepoli e alla folla: "Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce, e mi segua. Rinneghi sé stesso, non vuol dire si uccida, ma vuol dire "si metta dietro a me", prima ci sono io dice Gesù, poi ci sei anche tu. Ma tu vieni dopo, quello che conta nella vita sono io, e tu vali nella misura in cui ti inserisci nella mia vita, in cui mi accogli, i cui mi fai diventare il primo. Non l'ultimo, quando a suo tempo ci sei anche tu Signore, no, il primo; per cui le scelte, per cui la mia vita è legata a te, come primo. "Prenda la croce" non vuol dire subito quello che pensiamo noi, che sopporti pazientemente le prove della vita; questo vale per tutte le persone umane, perché chi è che non ha qualche acciacco... ma indica la posizione dei discepoli. I discepoli di Gesù, è il discepolo del Crocifisso, e non si deve vergognare di essere tale. A noi oggi questa frase non dice quasi niente, ma agli ascoltatori di Gesù faceva accapponare la pelle, perché erano abituati a vedere lo spettacolo terribile dei condannati a morte per crocifissione, i quali dovevano fare il giro delle viuzze di Gerusalemme e quindi essere oggetto di insulto, di disprezzo, da parte della folla inferocita, in genere erano delinquenti, Barabba era uno di questi, i due ladroni erano facilmente dei terroristi, per i quali era riservata la pena di morte per crocifissione. Allora questo spettacolo era fatto ad arte dai romani per .... gli spiriti bollenti. Ma era uno spettacolo atroce. Quando Gesù usa questa immagine colpisce il cuore dei suoi ascoltatori, seguire Gesù, portando la croce vuol dire non meravigliarsi di essere cristiano. Seguace del Crocifisso. " E mi segua" cerchi di imitare i miei esempi, il mio insegnamento e la mia vita che non è cosa così facile, così semplice. Può sembrare sconcertante, è ovvio, ma quando il Signore ci chiama al suo seguito, ci dà anche la forza, e la grazia di seguirlo. E ci dà, ecco il paradosso del Vangelo, la gioia di seguirlo, egli mostra che è difficile quella del Calvario, seguirlo con amore, con passione, mettendolo al primo posto nella nostra vita e questa è la gioia del cristiano, sapere che segue Gesù, che cammina per una strada difficile, ma che questa strada porta alla Pasqua, porta alla vittoria, al trionfo di Gesù e nostra. Allora noi cerchiamo di seguirlo con tutta la nostra povertà, con i nostri limiti, sappiamo benissimo che non è facile, e che quella sfida di Gesù che perde la vita per me, la ritrova, va preso sul serio, ma ci viene anche spiegato che vuole dire, spendere, intanto parla dei martiri, che hanno dato la vita per lui, che quindi la ritrovano, ma poi per tutti i cristiani che ogni giorno vivono qui il martirio quotidiano, di una vita cristiana, fedeltà al proprio compito, nella famiglia, nella professione, nel fare quel bene che possiamo fare. Ieri il Papa parlava a Palermo ai mafiosi, dicendo che la vita dell'egoista di chi pensa solo a sé, ecco: Chi vuol salvare la vita, denaro, potenza, potere, strapotere, la perde. Una vita fallita nel tempo e per l'eternità. chi invece la spende bene la perde, perché si dedica alla carità, alla bontà, al servizio, la ritrova, come ha fatto Gesù. L'ha donata per noi e il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture. cari fratelli e sorelle se il messaggio di oggi è un messaggio piuttosto duro, diciamo francamente è però un messaggio allettante. Seguire il Signore vuol dire entrare già nel suo mondo, di croce e di gloria, e portarlo nel mondo di oggi, attraverso la nostra vita. Ce l'ha detto San Giacomo, nella seconda Lettura. Senza le opere la fede è morta, come un'ironia, dici ad un poveretto nudo e affamato, va' va', va a mangiare va a bere e metti addosso un vestito che non ha, un'ironia, così la fede senza le opere è morta.
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