XVIII Domenica «per annum»
(Gv 6, 24 - 35)
Anche noi abbiamo raggiunto Gesù a Cafarnao. Come hanno fatto quelli che hanno gustato il pane del miracolo, della condivisione. E con meraviglia, perché Gesù non era salito sulla barca con gli Apostoli, quindi come ha fatto ad andare fino a Cafarnao. Gesù non risponde alla domanda curiosa "come hai fatto a venire qui" ma comincia con un discorso abbastanza lungo che noi leggeremo nelle prossime domeniche, che diventa non più un dialogo ma uno scontro, come abbiamo già sentito dalle prime battute. Gesù dice: " voi non avete saputo leggere il segno, vi siete accontentati ...e adesso mi cercate ...perché io vi ho saziati con il pane del miracolo. Non era questo lo scopo primario, lo scopo era di darvi un segno di qualcosa di più, che l'uomo ha bisogno di un pane diverso di quello che mangia a tavola che pure è necessario. Allora ecco subito la contro risposta, allora che vuol dire tutto questo, che dobbiamo fare perché il Signore sia contento di noi? Che ci chiede Lui? È la mentalità tipica dei farisei, che un po’ ce l'abbiamo tutti anche noi, l’idea che facendo un'opera buona, dicendo una preghiera, noi possiamo in qualche modo, strappare le grazie al Signore. Dio non si compra, il Signore dona, non si fa comprare da noi. Le opere buone che facciamo il Signore li gradisce, li apprezza ...però non sono questi che ci danno l'autorizzazione a pensare che noi diventiamo padroni di Dio, il Signore resta il Signore. Allora che cosa dobbiamo fare? Che cosa ci chiede? Una cosa sola: "Questa è l'opera di Dio, che crediate in Colui che il Padre ha mandato". Ecco l'unica cosa che Dio chiede agli uomini è la fede in Gesù. Tutto il resto viene dopo, ci deve stare per carità, anche le opere buone, ma la cosa più grande è l'adesione a Gesù. Questo dono che Dio fa all'umanità, perché si questo personaggio Dio ha impresso il suo sigillo, è la manifestazione del Padre. A questo punto comincia lo scontro come abbiamo sentito. Noi ti diamo fiducia ma tu che segni fai? in fondo si ieri c'era un miracolo...i nostri Padri sono vissuti quarant'anni nel deserto, e hanno mangiato il pane del cielo, la manna, questo frutto un po’ misterioso che era il pasto dei beduini, che raccoglievano questi chicchi poi li cucinavano e li mangiavano, nel deserto non era possibile coltivare il grano, e allora gli ebrei per quarant'anni hanno mangiato il pane del cielo, il pane del miracolo. E tu che cosa proponi? E qui Gesù fa una correzione: non è Mosè che vi dà il pane del cielo, è il Padre, è il Padre che ha mandato me, Colui che discende dal cielo, perché ed è il Pane della vita. Chi mangia questo pane trova, la pienezza dell'esistenza, ha la vita eterna, subito. Signore dacci sempre di questo pane, ...basta quello. Il Pane di tutti i giorni, il pane che ci sazia lo stomaco, dicevo l'altra volta basta solo che aggiungano e "circenses" Pane e giochi e divertimento è la cuccagna del re che dovrebbe essere Gesù. E invece non è questo. E allora Gesù precisa, "io sono il Pane disceso dal cielo", il pane della vita che da la vita, che è vita. Chi crede non avrà fame, e chi si accosta a me non avrà sete mai. E' la sfida che Gesù lancia a quelle persone, e che chiaramente lancia anche a noi. A noi che ci diciamo discepoli di Gesù, ci diciamo cristiani, che gli vogliamo bene sostanzialmente, ma forse c'è da fare qualcosa di più anche nella nostra vita. Noi il Signore lo cerchiamo certamente, molte volte quando proprio abbiamo bisogno di lui, allora ricorriamo alla novena alla Madonna, ricorriamo alle preghiere, tutte cose belle, e sante, da non disprezzare. Ma forse ci vuole qualcosa di più. Un ragazzo non può, un figlio un può volere bene al Papà, alla Mamma, solo perché alla fine della settimana c'è la mancetta, o quando c'è bisogno si ricorre all'uno o all'altro per avere la mancia. Ci deve essere dentro un rapporto inverso. Ecco così per noi. ...Per me è Gesù, l'incontro con Lui, la fede continua, alimentata che cresce, perché il Signore riempie la nostra vita, non ci toglie le nostre ceneri...le prove le difficoltà per carità, non pensiamo a questo, però ci aiuta a portarla, e soprattutto ci da dentro la pace, la serenità, e la gioia, perché Lui è con noi, e Lui sazia i nostri desideri. Il Paradiso è vivere con Lui, che sazia ogni nostro desiderio. Soprattutto quello più bello, più forte, di avere Dio con noi. Dunque, una lezione forte il Vangelo di oggi. Poteva sembrare solo uno scontro tra Gesù e i giudei... "Che vuole Gesù da noi? Che gli vogliamo più bene! Che ci interessiamo di Lui, che lo conosciamo meglio, ecco la lettura della Parola di Dio tutti i giorni, la preghiera, l'Eucaristia, i momenti quegli spazi che ci concediamo per stare con Lui, nell'intimità, nella solitudine, è quello il momento in cui il Signore ci dice: "Chi viene a Me non ha fame, e chi crede in Me non avrà sete mai".