XI Domenica «per annum»
(Mc 4, 26 - 34)
Gesù è assediato letteralmente dalla gente che cerca di toccarlo, di avvicinarsi a Lui, e si è visto che Gesù era soffocato, allora prega Simone di prendere la sua barca, farlo salire e allontanarsi pochi metri da terra. Davanti a sé ha un anfiteatro meraviglioso, la gente può comodamente mettersi seduta per ascoltare questo discorso di Gesù, un discorso in Parabole in cui Gesù parla del Regno di Dio, con la sua venuta è arrivato il Regno di Dio, cioè il mondo in cui Dio regna. Il mondo in cui Dio regna è esattamente l'opposto di quello in cui viviamo noi, perché il nostro mondo è fatto solo principalmente di egoismo, ricchezza, potenza, denaro, eccetera eccetera. tutto ciò che ci fa star bene in questo mondo e del prossimo se c'è tempo se non pace santa. Il Regno di Dio è esattamente l'opposto, è generosità, è amore, è donazione, è Gesù il Regno di Dio, che si dona all'umanità, che si spende per il bene nostro, fino al sacrificio della Croce, è morto "per" noi. Ha dato tutto Gesù, ecco con la sua venuta questo Regno che è nuovo, che è fuori degli schemi mondani, anche spesso di noi cristiani, questo Regno nuovo è entrato nella storia, e oggi Gesù lo paragona ad un chicco di grano, che l'agricoltore semina, e poi non deve fare altro se non aspettare la fine, nel frattempo che egli dorma, che egli vegli, di giorno e di notte, la natura fa il suo lavoro, il chicco muore, ma si riproduce, prima lo stelo, poi il chicco nello stelo e poi il frutto maturo, e viene la mietitura. È una delle parabole più semplici che Gesù abbia raccontato, la racconta solo Marco, per insegnare prima di tutto agli Apostoli poi a noi, che il Regno è di Dio non è nostro, quindi è Lui che ha seminato, è Lui che ha dato alla terra il vigore per cui dà la vita al chicco che muore, è Lui che manda poi l'agricoltore al raccolto. Il Regno di Dio quindi ha una potenza irresistibile, nessuno ce lo spiega, neanche il contadino sa perché avvenga questo, è un mistero, è uno dei misteri della natura, perché dopo tanti mesi di apparente morte, la vita prende il sopravvento, e arriviamo alla mietitura, che presso i Profeti è sempre indicata come la conclusione della storia, il momento in cui Dio manda gli Angeli a raccogliere la storia; a purificare tutto ciò che c'è di male, e a premiare tutto ciò che c'è di bene. Può sembrare uno schema molto semplice e lo è, ma è profondissimo ed è detta questa parabola di Gesù, per confortare gli Apostoli i quali stanno seguendo Gesù, ma non vedono molti frutti. Gesù predica, Gesù fa miracoli, però il gruppo attorno a Lui è solo di quelli che vogliono i miracoli, che vogliono toccarlo per avere una guarigione, non c'è molto di più. Però tutto questo Regno di Dio di cui Gesù parla dov'è? È qui...dice Gesù. È in crescita, non lo notiamo, non si vede perché non fa chiasso, il chicco di grano non fa chiasso, muore e poi cresce e poi risorge, così è il Regno di Dio. Cresce perché intanto lo guida Lui, è suo il Regno di Dio, "Venga il Tuo Regno" e poi perché cresce anche grazie alla modesta ma necessaria collaborazione nostra, che per lo più è silenziosa, non fa chiasso, chi fa bene il proprio dovere tutti i giorni servendo il prossimo, dove si trova in famiglia, impiego, non fa chiasso però fa il suo compito, però aiuta il prossimo. Pensiamo a quante persone sono vicine ai malati, e lo fanno per amore, con amore, i servizi più umili, e poi fatti bene, ecco il Regno di Dio cresce ogni volta che c'è un gesto di bontà. Ma pensate com'è bello questo! In genere ripetono in silenzio, finché Dio ritorna: "Venga il Tuo Regno", non dimentichiamolo, fa parte della preghiera di Gesù, in genere chi prega non fa chiasso, viene nei gesti semplici piccoli, quotidiani, umili, non solo di Madre Teresa di Calcutta, ma di tutti noi, che forse senza accorgercene ma ogni giorno collaboriamo a questa felicità. La felicità non fa chiasso, ma c'è, e il Regno di Dio è in fermento, e da seme impercettibile, la senapa è un puntino che sparisce sulla mano dell'uomo, diventa una grande pianta, questo Gesù lo ha promesso, e questo lo sta realizzando, come se noi non lo percepiamo, Noi stessi abbiamo la sensazione opposta, che invece del Regno di Dio stiamo constatando il regno del maligno, che la cattiveria predomina, l'ingiustizia, il tradimento, tutte le cose peggiori che sappiamo e vediamo possono essere un boicottaggio al Regno di Dio, sì ma non la distruzione. Il Regno di Dio è di Dio, e quindi arriva in porto, e quindi avrà la sua congiunzione, che ci ha ricordato anche San Paolo nel brevissimo testo della seconda lettura. San Paolo ci ricorda che tutti dovremo comparire al tribunale di Cristo per render conto della gestione della nostra vita, sia in bene che in male. Questo pensiero che in Paolo di può dire ritorna in tutte le lettere o quasi non è per metterci paura, di fronte al giudizio di Dio, semmai un sano Timor di Dio, che non è paura ma soprattutto per stimolarci, perché noi dovremo rendere conto al Signore della gestione della nostra vita, la vita ci è data perché noi fermentiamo il Regno di Dio; perché siamo degli oziosi o siamo solo capaci solo di criticare. Il credente è Colui che nella prospettiva del giudizio di Cristo, si impegna a vivere bene la sua vita. Ecco la gestione del nostro corpo, sia in bene che in male, come di dice l'Apostolo, è una stimolazione forte, perché riprendiamo coscienza della nostra missione, la vita non è un giochetto, è un impegno bello, grande serio che il Signore ci dà perché costruiamo seppure con il nostro limite con tutto quello che vogliamo, insieme con Lui costruiamo il Regno d Dio, e il momento forte di questa costruzione è l'Eucaristia, perché il Signore è qui come Pane, come fermento della storia, della nostra vita personale, comunitaria e del mondo intero. Vivere l'Eucaristia vuol dire farsi penetrare da questo desiderio del Regno e cercarlo di viverlo nella vita quotidiana.