10txt - Don Aldo Mei

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X Domenica «per annum»
(Mc 3, 20 - 35)
Con oggi riprendiamo la lettura quasi continua del Vangelo secondo Marco, lo abbiamo quasi lasciato del tutto nella Quaresima, nel Tempo Pasquale, oggi ricominciamo. Marco ci porta Gesù già abbastanza avanti nella sua missione, dopo il battesimo, le tentazioni del deserto, Gesù ha cominciato la sua missione, che consiste nel parlare del Regno di Dio, e introdurlo con i miracoli; il Regno di Dio non è una favola, è il Regno che Dio vuole instaurare in questo mondo già, quindi lo fa vedere guarendo i malati, risuscitando i morti perché Dio vuole la nostra bellezza, la nostra vita, la nostra salvezza e anche con l'espulsione dei demoni, gli esorcismi che Gesù compie. Tutto questo sconcerta, anche i parenti di Gesù, non dimentichiamo che Gesù apparteneva ad una famiglia umana, Lui era il Figlio unico di Maria Vergine, ma aveva zii e zie con prole, che si chiamavano tra loro fratelli e sorelle, anche perché il piccolo villaggio selvaggio che era Nazareth contava poche persone e quindi tutti erano fratelli e sorelle, anche poi nel linguaggio biblico, spesso fratello o sorella vuole indicare un parente o addirittura un membro della stessa razza della stessa tribù, quindi sorelle e fratelli erano i cugini diretti di Gesù, che per il momento, sono molto critici, intanto perché Gesù all'improvviso è apparso come un astro, Lui faceva il falegname, adesso fa il predicatore, poi fa miracoli, poi ha una dottrina nuova, poi fa un'opera che non rende, anche dal punto di vista finanziario, noi non ci guadagniamo niente con questo maestro. E poi non si sa mai suscita le ire dei capi, allora ci andiamo di mezzo anche noi, e così pro bono pacis, vanno a Cafarnao e se ne vogliono impadronire, perché è fuori di sé. Pensate: i parenti di Gesù all'inizio, li ritroviamo dopo alla fine del brano che abbiamo proclamato quando c'è anche Maria e chiedono di poter entrare in casa, per parlare con Gesù. Gesù si trova seduto e attorno seduti delle persone, che lo stavano ad ascoltare. È tipico dell'atteggiamento del discepolo, i discepoli si mettevano seduti per terra, ai piedi del maestro e il maestro stava seduto su una sedia per parlare, allora ce li descrive come quelli che stanno dentro al casa, nell'intimità come discepoli di Gesù. E Gesù quando gli dicono ci sono fuori tua madre e i tuoi fratelli risponde: e chi è mia Madre? Chi sono i miei fratelli? e girando lo sguardo attorno disse: "Ecco, chi fa la volontà del Padre mio è mio fratello, mia sorella, mia madre. Che vuol dire? Che cosa chiede Dio? per farci diventare fratelli di Gesù? Che lo accogliamo come fratello, che noi accettiamo Gesù non come un pazzo, che predica e fa miracoli, ma come nostro fratello, suo Figlio, nostro fratello. Qui è tutto. questo è l cristianesimo non altro. Gesù è mio fratello, è Lui che si degnato di farmi fratello suo, tanto è vero che la Lettera agli Ebrei ci dice " non si vergogna di chiamarci fratelli" ma pensate che bello! Che il Signore ci chiama fratello, e non si vergogna di pezzenti come siamo noi, di fronte al Padre, ci chiama fratelli e ci ha trasformati in fratelli, perché ci ha uniti a sé, quindi siamo figli di Dio, realmente, destinati a quella gloria di cui ci ha parlato la seconda la lettura che purtroppo non possiamo commentare, quella gloria che Paolo ci ha assicurato, la gloria del Risorto che diventa nostra, quando questa nostra abitazione terrena la lasceremo, come una tenda, per avere un'abitazione eterna. Dunque, si è discepoli e fratelli di Gesù nella misura in cui lo si accoglie, in cui Gesù non è l'estraneo solo un maestro bravo, no, è Colui che prende la nostra vita, la cambia ci fa diventare "figli di Dio" con Lui, e non si vergogna di chiamarci fratelli e in questo senso fa l'elogio più grande di Maria. Maria è grande agli occhi di Gesù, e agli occhi di Dio, non solo perché è la Madre fisica del Figlio di Dio, è Lei che lo ha partorito, donato al mondo, ma perché soprattutto perché è entrata nella vita del Figlio, con un'adesione totale, dal primo sì che ha detto a Dio fino all'ultimo momento sotto la Croce, quando entrare nella vita del Figlio non era facile, perché il Figlio ha avuto più rifiuti che applausi, più sconfitte che vittorie, per non parlare dell'ultima sconfitta: la Croce, che invece è stata la sua vittoria definitiva. Ma questo c'è voluto il tempo per assaporarlo, per farsene convinzione profonda come ha fatto Maria. ecco perché è grande Maria perché è entrata nel modo unico e più profondo nell'esperienza del Figlio. Poi ci entreranno anche i fratelli e le sorelle, perché sappiamo che dopo la Pasqua, moltissimi parenti di Gesù sono diventati cristiani, quindi gli ebrei li hanno subito osteggiati, li hanno chiamati eretici, questi nazareni, o nazarei, questi uomini, ma sono diventate persone molto attive nella vita della Chiesa, hanno vissuto un'esperienza forte, tanto che alcuni di loro sono diventati vescovi di Gerusalemme, fino al 135 i vescovi di Gerusalemme erano parenti anche carnali di Gesù. Questo ci dice la loro trasformazione da ostili a veri fratelli e sorelle come vuole Lui. Come i parenti di Gesù così si sono scatenati gli altri, i nemici di Gesù, abbiamo sentito che scribi e farisei scendono da Gerusalemme per attaccare Gesù, e l'attacco è dei più nefandi: Gesù scaccia i demoni in nome del capo dei demoni, Belzebul. E Gesù risponde con quella parabola che abbiamo sentito che è il più forte che deve farsi valere, e Lui è il più forte, lo fa intendere con molta chiarezza. E poi quella terribile espressione sulla bestemmia allo Spirito Santo, l'unica che il Padre non perdona. La bestemmia allo Spirito Santo non è una parola offensiva, perché nessuno mai offende lo Spirito Santo, mai avete sentito una bestemmia contro lo Spirito Santo, è l'opposizione alla Luce; è chiudere gli occhi e dire: "qui in questa chiesa c'è un buio profondo", non è vero, perchè c'è luce, ci si vede, la luce c'è, se io la nego, nego una verità evidente, allora se io mi chiudo gli occhi e magari mi ci metto anche le mani, è inutile che mi venga altra luce, perché intanto non voglio vedere mai, è lì il peccato contro la Luce, contro l'evidenza, il dire che il bianco è nero, che il nero è bianco, che Gesù e satana sono alleati, eccola la bestemmia contro lo Spirito Santo, questa è la bestemmia suprema, poi ci sono altri tipi di bestemmia, che potremo fare anche noi, quando sappiamo che una cosa è vera e diciamo il rovescio. Ma questa è la bestemmia: equiparare Gesù a satana. Un peccato imperdonabile, perché Gesù è esattamente l'opposto come abbiamo sentito. Gesù che pure lo chiama il Principe di questo mondo e San Paolo addirittura il "dio di questo mondo" è stato spodestato. Con l'arrivo di Gesù arriva il più forte che lo vince e lo caccia, abbiamo sentito negli esorcismi: "esci da quest'uomo e non ci entrare più" Gesù comanda, è il più forte e l'ha vinto, soprattutto sulla Croce, quando ha schiacciato il capo del serpente che abbiamo sentito nella Prima Lettura, Gesù lo ha vinto, ma satana continua a muovere la coda e agisce ancora. E più che pensare a quelle forme che pur possono accadere di possessione, di infestazione e di attacchi che il maligno può fare, e qui la Chiesa ha la sua potenza di liberare con la preghiera con gli esorcismi, c'è la tentazione più grave e più subdola che stiamo constatando tutti credo: l'attacco alla Fede. Se è vero che noi siamo parenti di Gesù, se lo accettiamo, se crediamo in Lui, se crediamo alla Fede è finito tutto, e Satana attacca qui, comincia con il far perdere il fervore iniziale, comincia a far dire: "se non vai oggi alla Messa tanto non succede niente andiamo avanti lo stesso" e così lentamente si lascia la Messa la domenica, poi l'altra domenica, passano i mesi e gli anni forse, che uno non si ricorda più se alla sera un segno di Croce qualche volta. Non è questo il rapporto con il Signore, è un altro. Un fratello non si tratta così con un segno di Croce la sera, allora ecco il vero esame di coscienza che oggi ci è proposto: Gesù non si vergogna di chiamarci fratelli ma noi non dobbiamo vergognarci di chiamarlo Fratello e di sentirlo Fratello nella nostra vita: la preghiera; i sacramenti; la vita buona da discepolo di Gesù, quello che conta. La preghiera che Gesù ci ha donato ci fa chiedere "non abbandonarci alla tentazione". La tentazione è questa non è quella di rubare una ciliegia, è di perdere la fede. e a questo mira satana. Vi dicevo i tentativi che purtroppo all'apparenza almeno per quanto dipende da noi stiamo vedendo il dopo Cresima tutti i parroci si lamentano che la domenica dopo, i cresimati sono spariti. Forse torneranno, per carità ce lo auguriamo tutti, e tutti ci abbiamo sofferto per questo e ci soffriamo, l'allontanamento progressivo, oggi non me ne va, domenica non me la sento, e così passano i mesi e gli anni. Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Così si conclude la preghiera di Gesù, e noi la ripetiamo con il cuore e chiediamo che la nostra amicizia con Gesù, il nostro legame fraterno sia sempre più bello, più forte, più saldo. La nostra vita sarà anch'essa allora più bella.
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